Libia-Tunisia: scontri fra milizie chiuso il confine tra i due Paesi

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 20/03/2024

Lunghe code si sono formate oggi al valico di Ras Jedir, al confine tra Libia e Tunisia, poco dopo la chiusura “fino a nuovo ordine” disposta dal ministero dell’Interno del Governo di unità nazionale (Gun) di Tripoli. Un filmato pubblicato sui social media libici, rilanciato dal portale internet libico “Al Wasat”, mostra camion e veicoli in coda con famiglie, neonati e anziani bloccati in strada in pieno Ramadan, il mese lunare sacro islamico caratterizzato dal digiuno.


Una nota del dicastero con sede a Tripoli guidato da Imad Trabelsi, ex vice capo dell’intelligence e influente personalità della “città-Stato” libica di Zintan, riferisce che il valico è stato chiuso per motivi di sicurezza dopo che “gruppi fuorilegge hanno attaccato” il punto di frontiera allo scopo di “diffondere il caos”.


La nota del ministero dell’Interno afferma che il presunto attacco segue l’opposizione degli agenti di sicurezza libici agli “abusi” perpetrati da coloro che consideravano il controllo dei flussi di ingresso e uscita dalla Libia come un “diritto acquisito”. Il dipartimento del governo di Tripoli ha quindi annunciato l’emanazione di direttive per l’adozione di misure di sicurezza mirate al ripristino del corretto funzionamento del valico di frontiera” da parte delle autorità statali. “Non tollereremo il caos. Il valico deve essere sottoposto all’autorità e alla legittimità dello Stato. L’azione intrapresa daq uesti gruppi illegali non sarà accettata e saranno adottate misure legali e sanzioni contro i responsabili. I servizi di sicurezza incaricati della protezione del valico devono prevenire il contrabbando, combattere la criminalità e le violazioni della sicurezza che si verificano, garantendo così il regolare svolgimento delle operazioni sul campo per facilitare i viaggiatori. Questo punto di attraversamento è di vitale importanza per tutti i libici e non deve essere soggetto a gruppi, città o regioni specifiche”, conclude la nota.

La chiusura del valico giunge dopo lo scoppio di alcuni scontri a fuoco tra gruppi armati libici a Zuwara, la città della Libia nord-occidentale più vicina al confine con la Tunisia. Nella stessa giornata di ieri, Trabelsi aveva predisposto l’invio di rinforzi della Direzione della sicurezza e di forze di polizia per presidiare il confine.

Rinforzi provenienti in particolare da Tajura, cittadina libica una decina di chilometri a est di Tripoli. Le tensioni tra i gruppi armati rivali sono sfociate in violenti scontri con le milizie di Zuwara, in cui gli uomini inviati dalla capitale avrebbero avuto la peggio: da qui la decisione del ministero di chiudere il valico.


Da tempo, la regione vicina al confine tra Libia e Tunisia è teatro di crescenti tensioni sulla sicurezza, scaturite dalla volontà di Tripoli di cambiare la gestione del valico di Ras Jedir, escludendo le forze che lo hanno gestito per anni. Queste ultime sono state accusate di collusione in attività di contrabbando (in particolare di carburante, ma non solo) e altre violazioni della sicurezza (incluso il traffico di esseri umani).

Secondo Jalel Harchaoui, ricercatore specializzato in Libia, la chiusura del valico di Ras Jedir rappresenta “un episodio umiliante per il ministero dell’Interno del Gun”. In una serie di messaggi su X (ex Twitter), Harchaoui ha ricordato che nell’ultimo anno le tensioni lungo le principali risorse territoriali degli Amazigh (i berberi), vale a dire il valico di Ras Jedir e il terminal di esportazione del complesso gasifero di Mellita, non hanno fatto altro che peggiorare.

Prima “il Gun lasciava in pace gli Amazigh, ma le cose sono cambiate tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023”, aggiunge l’analista, sottolineando come adesso gruppi come gli Amazigh di Zuwara e le tribù Awlad Bu Hmeira e Awlad Saqr di Zawiuah, un tempo rivali, siano accomunati da un nemico condiviso: il Governo di unità nazionale di Tripoli.