Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 23/08/2024
L’Italia sarà capofila di un progetto europeo sul caffè in Africa del quale saranno beneficiari 25 Paesi del continente, incluso l’Uganda. Lo ha detto il direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, Stefano Gatti, intervenuto ieri a un panel del Meeting di Rimini organizzato dalla fondazione Avsi. “La commissione europea ci ha chiesto di guidare questo progetto, a riconoscimento della leadership italiana in questo settore”, ha detto Gatti, che ha illustrato il sistema della cooperazione italiana ricordando che ne fanno parte 600 dipendenti “contro i 14 mila della cooperazione tedesca”. “I nostri ‘soldati’ in Africa sono gli operatori della cooperazione”, ha detto Gatti, che ha parlato di un sistema “forse anomalo, ma che ottiene risultati perché coadiuvato da organizzazioni della società civile che portano avanti i progetti sul territorio”, come Avsi e Cuamm.
Gatti ha ricordato che con il Piano Mattei è cresciuto a 23 – dai precedenti 11 del periodo 2021-2023 – il numero di Paesi con cui l’Italia lavora nel settore della cooperazione. “Ci proponiamo di venire a lavorare in Africa con le nostre eccellenze, di fare la differenza”, ha detto ancora il direttore della cooperazione, ricordando che di recente la Farnesina ha aperto due nuovi uffici della cooperazione, uno a Kampala, l’altro in Costa d’Avorio. Durante il panel, dedicato alla nuova strategia della cooperazione italiana in Africa ed al partenariato con l’Uganda, è intervenuta anche la prima ministra ugandese, Robinah Nabbanja.
La premier ha ringraziato il governo italiano “per aver ospitato per la prima volta a gennaio il vertice Italia-Africa, al quale ho partecipato personalmente”, e ha fatto riferimento anche alla gestione dei flussi migratori, un’azione per la quale ha riconosciuto il sostegno di Roma. L’Uganda, ha ricordato, accoglie 1,6 milioni di rifugiati. Sul fronte delle opportunità, Nabbanja ha attribuito all’Uganda un’economia “dinamica e fiorente”, presentando il Paese come “una delle migliori destinazioni di investimento in Africa”. Considerazioni che sono state ribadite dal direttore esecutivo dell’Autorità per gli investimenti Robert Mukiza, parte della delegazione della premier insieme al ministro dell’Agricoltura, l’ambasciatrice ugandese in Italia, l’autorità per la promozione del caffè ed altri membri dello staff tecnico.
“L’Uganda ha bisogno di capitale dall’Europa ed è un’ottima meta dove investire”, ha detto Mukiza, citando una classifica sul rischio di Oxford secondo cui Kampala è al terzo posto dei migliori paesi africani dove investire. Un successo, ha aggiunto fieramente il direttore, che dipende dal benessere del settore privato, e che rende a suo dire l’Uganda “il Paese più felice dell’Africa orientale”. A supporto delle opportunità economiche per attori europei vanno anche diversi accordi regionali cui l’Uganda aderisce – con la Comunità economica dell’Africa orientale (Eac), il Mercato comune dell’Africa orientale e meridionale (Comesa) o ancora l’Accordo per la zona di libero scambio continentale africana (AfCfta) promosso dall’Unione africana -, e l’assenza di restrizioni per il rimpatrio degli utili.