L’Ue, l’Fmi e il Golfo impegnati per evitare il default dell’Egitto

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 14/03/2024

LA SITUAZIONE FINANZIARIA PREOCCUPA LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Con i suoi oltre 106 milioni di abitanti e forte di una posizione geografica che lo colloca come ponte tra Asia, Africa ed Europa, ma anche al centro del Mediterraneo, l’Egitto riveste un’importanza strategica per diversi fattori, tra cui il tema dei migranti, ma anche dell’approvvigionamento energetico. Pertanto, la stabilità del Paese delle piramidi rappresenta una priorità sia per gli attori regionali, che per l’Unione europea. A preoccupare la comunità internazionale è soprattutto la situazione finanziaria dell’Egitto, il cui debito estero ammontava a 164,5 miliardi di dollari a settembre 2023, in calo di circa 206 milioni di dollari rispetto a giugno 2023, secondo i dati più recenti diffusi dalla Banca centrale egiziana. Il rapporto del debito rispetto al Pil è pari al 42,4 per cento e a fine dicembre 2023, mentre le riserve di valuta estera hanno toccato i 35,2 miliardi di dollari, pari a 6,5 mesi di importazioni di merci, secondo i dati. A febbraio il tasso di inflazione annuale è salito al 36 per cento, e non sembra destinato a scendere, soprattutto dopo la decisione della Banca centrale, a inizio marzo, di rendere flessibile il tasso di cambio della sterlina egiziana, che ha iniziato ad essere scambiata a un tasso ufficiale di 50 per un dollaro, dopo essere rimasta stabile per gran parte del 2023 a 30 a uno. E’ in questo contesto che vanno inquadrati gli aiuti economici erogati e in corso di erogazione da Emirati Arabi Uniti, Fondo monetario internazionale (Fmi) e dall’Ue, ovvero garantire la stabilità dell’Egitto e, per estensione, del Mediterraneo. “Agenzia Nova” ha parlato della situazione attuale dell’Egitto con l’analista esperta di Medio Oriente e Nord Africa, Roberta La Fortezza.

A inizio mese l’Egitto ha ricevuto 10 miliardi di dollari erogati dal fondo emiratino Adq, nel quadro dell’accordo per lo sviluppo di circa 180 chilometri quadrati a Ras el Hekma, lungo la costa settentrionale egiziana sul Mediterraneo. Il progetto prevede un investimento iniziale di 35 miliardi di dollari e consentirà di rimpinguare le casse dello Stato, su cui hanno gravato gli effetti della guerra nella Striscia di Gaza, che indirettamente ha reso meno sicuro il transito nel Canale di Suez e, quindi, ha generato meno introiti. La scorsa settimana, è stato poi l’Fmi ad aumentare da 3 a 8 miliardi il valore del prestito che verrà erogato all’Egitto in cambio delle riforme economiche. Inoltre, secondo fonti del quotidiano “Financial Times”, l’Unione europea sta preparando un pacchetto di aiuti per l’Egitto dal valore di 7,4 miliardi di euro, mirato a sostenere l’economia del Paese nel timore che i conflitti a Gaza e in Sudan rischino di aggravare i problemi finanziari della nazione nordafricana e aumentare la pressione migratoria sull’Europa. Il pacchetto di aiuti potrebbe essere annunciato in occasione della visita al Cairo nel fine settimana della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, assieme alla premier italiana Giorgia Meloni, al premier del Belgio, Alexander De Croo, e al primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, per discutere su come rafforzare il partenariato europeo con Il Cairo. Al riguardo, La Fortezza ha dichiarato a “Nova”: “Già prima delle elezioni presidenziali in Egitto di dicembre 2023, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si era recata in visita al Cairo anche nella prospettiva di intavolare un discorso relativo a un possibile sostegno dell’Ue all’Egitto”. “Esattamente come l’Fmi, infatti – ha spiegato l’esperta -, anche l’Ue ha espresso timori circa la difficile situazione economico-finanziaria egiziana, in particolare in seguito alle vicende mediorientali, ma anche a quelle sudanesi”.

Non va dimenticata la leva negoziale dell’Egitto con l’Fmi in conseguenza della mediazione del Cairo tra le parti dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 e la conseguente operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. “Dopo lo scoppio del conflitto Israele-Hamas, l’Egitto è riuscito a sedersi nuovamente al tavolo dei negoziati con l’Fmi per un nuovo prestito di 8 miliardi, ha concluso un accordo da 35 miliardi di dollari con gli Emirati per lo sviluppo della città di Ras el Hekma, sembrerebbe in trattative per un accordo di investimento anche con l’Arabia Saudita e ora potrebbe ottenere un pacchetto di aiuti dall’Ue di 7,4 miliardi di euro”, ha evidenziato La Fortezza. Nell’intervista concessa a “Nova”, l’esperta ha affermato: “Se il tipo di sostegno che l’Egitto cerca è soprattutto economico – inteso sia in termini di prestiti sia in termini di investimenti -, nel tentativo di uscire da una situazione finanziaria estremamente complicata, dall’altro lato del tavolo negoziale, tra le contropartite richieste vi sarà quasi certamente quella legata alla gestione dei flussi migratori, esattamente come già avvenuto con l’intesa con la Tunisia”.

Pur evidenziano un parallelismo del sostegno dell’Ue alla Tunisia e all’Egitto, La Fortezza ha affermato: “Tuttavia, differentemente dalla Tunisia, l’Egitto è un Paese centrale anche e soprattutto per l’energia. Per quanto concerne in particolare l’Italia, un’intesa con Il Cairo sarebbe nodale nella prospettiva strategica tracciata dal Piano Mattei, se si considera che proprio l’energia è uno dei pilastri di tale architettura