M.O., OLTRE 10.000 LE VITTIME A GAZA NETANYAHU A COLLOQUIO CON BIDEN

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 07/11/2023

Il bilancio dei morti per le operazioni militari israeliane conta anche 4.100 minori. Idf: uccisi esponenti di Hamas

Il 29esimo giorno di guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, il bilancio delle vittime delle operazioni militari israeliane nella striscia di Gaza ha superato i 10.000 morti, di cui almeno 4.100 minori. A questi si aggiungono circa altri 150 palestinesi morti in Cisgiordania dallo scoppio delle violenze a seguito del 7 ottobre, la data dell’attacco di Hamas contro il sud di Israele.

In particolare, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver ucciso una serie di esponenti di spicco di Hamas, tra cui Jihad Maharaj Ibrahim Shehadeh, Izz al Din Raed Hussein Awad e Wael Asefa. Quest’ultimo è stato identificato come uno dei presunti responsabili dell’invio di miliziani in territorio israeliano durante l’operazione del 7 ottobre scorso.

Nel corso degli attacchi aerei sulla striscia di Gaza, le Idf hanno preso di mira un sistema di pannelli solari sul tetto del complesso ospedaliero di Al Shifa a Gaza City. L’agenzia di stampa palestinese “Quds news network”, considerata vicina ad Hamas, ha pubblicato anche un filmato delle conseguenze del bombardamento al quinto piano dell’edificio, sottolineando che l’ospedale ospiterebbe un numero non meglio precisato di sfollati. Le Idf hanno riferito più volte che all’interno dell’ospedale Al Shifa opera un centro di controllo di Hamas che viene utilizzato anche per immagazzinare armi e munizioni, per lanciare razzi e per dirigere i combattenti del gruppo. Nel frattempo, decine di cittadini della striscia di Gaza hanno continuato a evacuare verso sud e le Idf affermano di “proseguire gli sforzi per facilitare il movimento verso sud dei civili”. L’emittente panaraba di proprietà qatariota “Al Jazeera” ha raccolto alcune testimonianze delle persone in fuga. Zak Hania, residente nel campo profughi di Al Shati ha affermato: “Stiamo cercando un rifugio, forse andremo all’ospedale Al Shifa. Per favore, fate qualcosa. Non sappiamo cosa succederà dopo”.

A livello internazionale, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto un colloquio tele- fonico con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo più di una settimana dalla loro ultima telefonata. Da parte sua, Netanyahu ha anche incontrato decine di ambasciatori stranieri a Gerusalemme. “Se il Medio Oriente cade in mano all’asse del terrore, l’Europa sarà la prossima”, ha detto il premier ai diplomatici, avvertendoli che “la guerra in corso tra Israele e Hamas non è un conflitto locale”. Netanyahu è tornato a puntare il dito contro il cosiddetto asse della resistenza guidato dall’Iran e di cui fanno parte anche il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e i ribelli sciiti yemeniti Houthi. “Cercano di riportare il Medio Oriente e il mondo a un’epoca buia, facendo deragliare qualsiasi progresso di pace”, ha affermato il primo ministro, aggiungendo che, dopo aver distrutto Hamas, Israele offrirà alla popolazione di Gaza “un futuro reale, un futuro di promesse e di speranza”.

Inoltre, dopo che il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, si sono incontrati domenica 5 novembre a Ramallah, Osama Hamdan, uno dei più influenti leader di Hamas in Libano, ha dichiarato che non sarà permesso agli Stati Uniti di “trovare una leadership adatta a se stessi e all’occupazione: il nostro popolo non accetterà né di essere sotto tutela né un nuovo governo Vichy” nella striscia di Gaza. Durante il bilaterale con Blinken, infatti, Abbas non aveva escluso la possibilità che il movimento Fatah possa svolgere un ruolo nell’enclave palestinese al termine del conflitto, ma ha posto come condizione essenziale il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale. Hamdan ha anche invitato le Nazioni Unite a visitare gli ospedali di Gaza per verificare “le falsità” delle Idf sull’utilizzo delle strutture sanitarie nella guerra contro Israele.