M.O., PROSEGUE LA LIBERAZIONE OSTAGGI CARRI ARMATI ISRAELIANI VERSO GAZA CITY

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/10/2023

“Diamo piena fiducia all’approccio e alla leadership del capo delle Forze di difesa di Israele”, ha dichiarato Netanyahu

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno liberato un altro ostaggio detenuto dal movimento islamista palestinese Hamas nella striscia di Gaza, nel corso delle incursioni di terra avviate nell’enclave palestinese la notte tra il 27 e il 28 ottobre. Si tratta della soldatessa semplice Uri Megidish, trovata in buone condizioni di salute. La donna, dopo essere stata liberata, ha incontrato la sua famiglia. Le Idf hanno annunciato che, insieme al servizio di sicurezza interna israeliano Shin Bet, “continueranno a compiere ogni sforzo per ottenere il rilascio degli ostaggi”.

I NUMERI
Prigioniere di Hamas ancora 240 persone.
Liberata la soldatessa semplice Uri Megidish

Al 24mo giorno di conflitto tra Israele e Hamas restano ancora circa 240 persone in ostaggio. Tra queste è morta Shani Louk, la giovane tedesca rapita da Hamas durante l’attacco che ha sferrato contro Israele nella giornata del 7 ottobre scorso. A dare l’annuncio è stata la famiglia della ragazza. Cittadina della Germania e di Israele, Shani Louk era stata catturata mentre partecipava a un festival musicale presso il kibbutz di Reim, restando gravemente ferita.

Il conflitto, nel frattempo, è entrato in una nuova fase, avanzando sempre di più verso Gaza City. I carri armati delle Idf sono stati avvistati sulla strada Salah al Din, uno degli assi centrali della striscia di Gaza, che collega Gaza City, a nord, con Khan Yunis, a sud. Nello specifico, i tank israeliani sono arrivati fino all’incrocio di Netzer, uno snodo strategico all’interno dell’enclave palestinese. In seguito Salama Maarouf, direttore dell’ufficio stampa del governo di Hamas a Gaza, ha spiegato che “non c’è assolutamente nessuna avanzata di terra all’interno dei quartieri residenziali della striscia”. “Quello che è successo in via Salah al Din è stata l’incursione di alcuni carri armati dell’esercito di occupazione e di un bulldozer”, ha dichiarato Maarouf, aggiungendo che i veicoli “hanno preso di mira due auto” di civili e “hanno raso al suolo la strada prima che la resistenza li costringesse a ritirarsi”.

Durante la riunione di governo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato di avere “piena fiducia” nella leadership dei funzionari di sicurezza dello Stato ebraico. “Devo dire che diamo piena fiducia all’approccio e alla leadership del capo delle Forze di difesa di Israele”, ha detto Netanyahu, a seguito di un suo tweet (poi rimosso) che incolpava i capi della sicurezza per l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Netanyahu ha detto che la cosa più importante “è unire le forze”, riferendosi al governo di emergenza e aggiungendo che “la nazione è unita ora come non lo è mai stata”. Il premier ha poi aggiunto che la campagna di terra in corso sulla striscia di Gaza “crea opportunità per liberare ostaggi e non le mancheremo”. Qualche ora prima, Hamas aveva pubblicato un video in cui tre donne israeliane tenute in ostaggio attaccavano Netanyahu, chiedendogli di ot- tenere il loro rilascio e accusandolo di non essere riuscito a prevenire l’attacco del 7 ottobre scorso. Il primo ministro ha definito il video “una crudele propaganda psicologica di Hamas”, aggiungendo: “I nostri cuori sono vicini a voi e agli altri rapiti. Stiamo facendo di tutto per riportare a casa tutte le persone rapite e scomparse”.

IL LIBANO
È nell’occhio del ciclone”,
ha affermato il primo ministro uscente Najib Miqati

A proposito di un possibile allargamento del conflitto, in un’intervista all’emittente “Sky News Arabia”, il primo ministro libanese uscente, Najib Miqati, ha dichiarato che la decisione di entrare in guerra del Libano dipenderà dalla scelta di Israele se continuare o meno con le sue “violazioni” lungo la linea Blu (linea di demarcazione dei territori libanese e israeliano istituita dall’Onu nel 2000). “Il Libano è nell’occhio del ciclone”, ha affermato Miqati, sottolineando gli sforzi del suo governo “per risparmiare il Paese da qualsiasi guerra futura”. Il primo ministro ha spiegato che “il Libano si è coordinato con le organizzazioni internazionali per elaborare un piano nel caso in cui scoppi una guerra con Israele”, concludendo: “Se Beirut entrerà in guerra, il problema non sarà limitato al solo Libano e la regione si troverà in uno stato di caos”. Di fatto, le tensioni lungo la Linea blu si intensificano di giorno in giorno. Le Idf hanno colpito una “cellula terroristica in Libano” che ha “tentato di lanciare colpi di mortaio verso il nord di Israele, nella zona di Rosh Hanikra”. In precedenza, il movimento sciita libanese filo iraniano Hezbollah aveva rivendicato un attacco con missili guidati contro la stessa zona al confine tra Libano e Israele, chiamata Ras al Naqoura in arabo.

Continuano nel frattempo a entrare gli aiuti umanitari nella striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Nel fine settimana i servizi di telecomunicazione nella striscia di Gaza sono stati gradualmente ripristinati, dopo che il 27 ottobre erano stati interrotti poche ore prima dell’ avvio dell’operazione di terra delle forze israeliane nell’enclave palestinese.

Israele ha anche riaperto la seconda delle tre condutture idriche che forniscono acqua a Gaza, consentendo l’afflusso di un totale di circa 28,5 milioni di litri al giorno nell’exclave. Ora “l’acqua e il cibo sono sufficienti” per soddisfare le esigenze umanitarie di Gaza, ha annunciato il Coordinatore delle attività governative nei Territori (Cogat), un’agenzia del ministero della Difesa israeliano che si occupa di coordinare le questioni civili tra il governo di Israele, le Idf, le organizzazioni internazionali, i diplomatici e l’Autorità nazionale palestinese. Secondo gli ultimi bilanci aggiornati, oltre 8.300 palestinesi sono stati uccisi a Gaza negli attacchi israeliani dal 7 ottobre, mentre più di 1.400 persone sono tate uccise in Israele da Hamas.