Michel rilancia l’integrazione dei Paesi balcanici nell’Unione

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 29/0/2023

Al forum di Bled critiche alla lentezza del percorso, ora l’obiettivo è di chiudere entro il 2030

Per l’Unione europea è arrivato il momento di affrontare la sfida dell’allargamento dei Paesi dei Balcani occidentali. È quanto ha affermato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, intervenuto al Forum strategico di Bled, in Slovenia, che ha visto confrontarsi in una tavola rotonda i leader della regione. Secondo Michel, se l’Ue vuole diventare “più forte e più sicura” ha bisogno di “rafforzare i suoi legami con i Paesi che si affacciano alla prospettiva europea”, mettendo da parte le “ambiguità”. Il presidente del Consiglio europeo ha sottolineato che la “lentezza” del percorso di integrazione dei Balcani occidentali, iniziato ormai più di 20 anni fa, “ha deluso in tanti”. Per questo motivo, Michel ha evidenziato ai leader della regione che occorre porsi un “obiettivo chiaro”, velocizzando le pratiche e procedendo con l’allargamento “entro il 2030”. Il fatto che l’allargamento europeo oggi “non è più un sogno”, ha osservato il presidente del Consiglio Ue, è dimostrato dalla concessione dello status di candidato Ue a Ucraina, Moldova e Georgia. “È tempo di andare avanti. C’è ancora molto lavoro da fare. Sarà difficile. Ma entro il 2030 dovremo essere pronti, da entrambe le parti, ad allargarci”, ha dichiarato Michel, precisando che “il prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue dovrà includere gli obiettivi comuni”.

NUOVI MECCANISMI

Ma per procedere all’allarga- mento, come ha osservato il presidente del Consiglio europeo, per l’Ue sarà necessario “riformare alcuni meccanismi” e stanziare “fondi significativi” al fine di aiutare i Paesi a recuperare i ritardi. “Dobbiamo fare in modo che il bilancio dell’Ue porti un valore aggiunto per tutti”, perchè le discrepanze di Pil significano “che ci saranno beneficiari netti e contribuenti netti. Dobbiamo quindi capire come gestire questa complessa transizione”, ha sottolineato Michel. Da parte loro, i Paesi dei Balcani occidentali, per compiere con successo il percorso di integrazione, dovranno assicurare “valori e Stato di diritto”, con il rispetto delle minoranze, la garanzia dell’indipendenza della magistratura e con l’adozione dell’acquis comunitario. “L’allargamento rimarrà un processo basato sul merito e il processo decisionale all’unanimità potrebbe restare in vigore”, ha chiarito Michel. Le aspirazioni europee della regione balcanica occidentale sono state ribadite chiaramente nel corso della tavola rotonda dai vari primi ministri. Il premier sloveno Robert Golob, che ha introdotto la discussione, ha evidenziato l’importanza della solidarietà nel continente, ricordando la violenta alluvione che ha colpito il Paese circa tre settimane fa. “Ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato, quelli che lo faranno, e quelli che doneranno. La solidarietà è ciò che rende il nostro mondo migliore”, ha detto Golob. Il premier croato Andrej Plenkovic, riprendendo quanto affermato da Michel, ha sottolineato che i Paesi dei Balcani occidentali con aspirazioni europee per raggiungere l’obiettivo devono proseguire il precorso di riforme e assicurare la stabilità politica interna, lottando “con più entusiasmo e meno cinismo”. Durante la tavola rotonda del Forum strategico di Bled, non sono tuttavia mancate osservazioni critiche. Il premier del Montenegro, Dritan Abazovic, ha evidenziato che “non è solo un interesse dei Balcani entrare nell’Unione europea, ma è anche interesse dell’Ue procedere con l’integrazione, in termini di sicurezza e sviluppo”. Il primo ministro macedone, Dimitar Kovacevski, ha affermato che “la frustrazione per il mancato allargamento dell’Unione europea è tangibile nei Balcani”, mentre la prima ministra serba Ana Brnabic ha spiegato che attendere 20 anni, per un “processo senza fine” ha provocato “un forte euroscetticismo”.

CRITICHE ALLA UE

La premier bosniaca Borjana Kristo ha sottolineato che l’Unione europea dovrebbe essere “più determinata e chiara” nel processo di integrazione della regione. Il capo del governo albanese Edi Rama ha invece posto il focus sulla necessità di un nuovo piano di finanziamento per i Balcani occidentali, in quanto devono essere “colmati i divari esistenti nel contributo pro capite dell’Ue”. “Servono passi concreti, al centro del processo di integrazione non ci devono essere solo i principi, i valori, le riforme o le critiche, che sono assolutamente necessarie, ma anche un sostegno coerente, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche in termini di accesso al mercato comune”, ha detto Rama. Il premier bulgaro, Nikolaj Denkov, ha evidenziato che l’Ue “non è una questione geografica, ma di valori”. Il primo ministro kosovaro ha invece parlato della situazione a Pristina, con le autorità che “stanno lavorando a Bruxelles e a livello bilaterale con i Paesi europei che ancora non riconoscono l’indipendenza”, spiegando che “le relazioni stanno migliorando”, nonostante la normalizzazione dei rapporti con la Serbia rimanga “difficile”. Come ogni anno, il Forum strategico di Bled ha confermato di essere una piattaforma utile per il confronto e lo scambio di idee tra i leader regionali sui temi più caldi nei Balcani occidentali. Un vertice simi- le con la partecipazione dell’Ue, come ha annunciato Charles Michel, sarà riorganizzato nel mese di dicembre, in concomitanza con la riunione del Consiglio europeo.