MIGRANTI, MELONI AVVERTE: L’ITALIA NON PUÒ FARE DA SOLA

Pubblicato da Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 18/07/2024

La migrazione è una delle sfide attuali che l’Italia non può affrontare da sola e serve una collaborazione con i paesi del continente africano per risolvere i problemi. E’ questo il messaggio lanciato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenuta al Trans-Mediterranean Migration Forum a Tripoli, una conferenza sulla lotta alle migrazioni illegali organizzata dal Governo di unità nazionale (Gun) del primo ministro Abdulhamid Dabaiba. Oltre aMeloni, si è recato a Tripoli anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha sottolineato la necessità di “passare da una cooperazione tattica tra singoli Paesi a un approccio regionale strategico”. Il Forum è stato articolato in due segmenti distinti. Nella prima parte, che ha visto la partecipazione della presidente Meloni insieme ai capi di Stato e di governo e ai vertici delle organizzazioni internazionali coinvolte, è stata delineata una visione strategica. La seconda parte, alla quale ha partecipato il ministro dell’Interno Piantedosi con diversi omologhi di paesi europei e africani, è stata incentrata sulla cooperazione in materia di sicurezza. Tra i temi trattati vi sono stati il contrasto al traffico di migranti e ai movimenti irregolari, lo scambio di esperienze e informazioni, e i canali legali di migrazione. L’evento è stato organizzato anche nel quadro dei seguiti della visita del premier Dabaiba a Bruxelles dello scorso 15 maggio, durante la quale ha incontrato la presidente Ursula von der Leyen per lo sviluppo di una migliore cooperazione tra Ue e Libia anche nel settore migratorio intorno a priorità condivise.

Da Tripoli, la premier italiana ha affermato che “per affrontare questo tema seriamente serve un approccio a 360 gradi e l’Italia sta lavorando molto su questo, a livello multilaterale”, sottolineando che una delle linee principali di questo approccio consiste nel “contrasto al traffico di esseri umani”. Per Meloni, l’immigrazione irregolare è nemica di quella legale. “Sono le organizzazioni criminali che vogliono decidere chi ha il diritto o meno di vivere nei nostri Paesi”, ha aggiunto. “Per i flussi migratori legali, il mio governo ha fatto decreti flussi per tre anni, allargando le quote, anche e soprattutto per le nazioni che ci aiutano a combattere contro i trafficanti di esseri umani”, ha proseguito Meloni. Una delle strategie per risolvere le problematiche della sponda nord e di quella sud del Mediterraneo, secondo la premier, è avviare “una cooperazione tra pari, una cooperazione strategica, portando investimenti per risolvere i problemi di entrambi”. “L’approccio predatorio con l’Africa è sicuramente sbagliato”, ha poi osservato Meloni. Sul piano bilaterale, la presidente del Consiglio ha infine puntualizzato che “per questo governo italiano, il Mediterraneo è una priorità, e non può esserci Mediterraneo senza Italia e Libia insieme”.

Il padrone di casa, il primo ministro del Gun, Abdulhamid Dabaiba, ha affermato che il Trans- Mediterranean Migration Forum (Tmmf) è “un’opportunità unica per sviluppare una strategia ponderata per affrontare la crisi migratoria in modo efficace e sostenibile”. La conferenza ha visto la partecipazione di 28 paesi provenienti da Africa ed Europa, inclusi i paesi di origine dei migranti subsahariani. Dabaiba ha sottolineato l’importanza di arrivare a una “visione strategica condivisa per affrontare la crisi migratoria, nella quale ogni parte coinvolta deve assumersi le proprie responsabilità”. In particolare, il capo del governo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite ha affermato che “la crisi migratoria è una crisi internazionale e nessun paese può affrontarla da solo”. Il primo ministro ha inoltre evidenziato le “conseguenze devastanti” dei flussi migratori illegali, con migliaia di migranti innocenti che hanno perso la vita e molti altri che hanno subito condizioni umanitarie estremamente difficili. “Questa conferenza fornisce vere opportunità per sviluppare una visione strategica che affronti queste gravi problematiche”, ha concluso Dabaiba.

Nella seconda sessione della conferenza sulle migrazioni a Tripoli è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per il quale l’obiettivo comune da perseguire “non è quello di alleggerire la situazione migratoria dell’Italia o dell’Europa”. “La nostra ambizione – ha detto – deve essere quella di creare le condizioni per una riduzione di carattere regionale dei flussi illegali a beneficio di tutti i Paesi. Quando i migranti arrivano sulle coste nordafricane pronti per imbarcarsi, abbiamo tutti quanti già compromesso la nostra capacità di prevenzione dei flussi migratori irregolari”. “Il formato adottato dal Forum – ha dichiarato Piantedosi – che riunisce i paesi dell’area mediterranea, i paesi dell’Africa subsahariana, la Commissione europea e le organizzazioni internazionali, è pienamente in linea con il metodo di lavoro che l’Italia ha adottato a partire dall’insediamento del governo Meloni nel 2022, come dimostrano la Conferenza di Roma del luglio 2023 e il lancio del Piano Mattei”. Il ministro ha sottolineato che “l’iniziativa odierna conferma che è essenziale passare da una cooperazione tattica tra singoli paesi a un approccio regionale strategico”.

Il titolare del Viminale ha inoltre osservato che “la presenza qui a Tripoli del vice presidente della Commissione europea Schinas e il lancio lo scorso novembre a Bruxelles dell’Alleanza globale per contrastare il traffico di migranti testimoniano che il contrasto ai trafficanti è uno dei terreni sui quali l’Ue vuole impegnarsi, proprio perché soltanto attraverso un’azione comune potremo sconfiggere la criminalità internazionale”. “Il tema della gestione dei flussi migratori sarà al centro del G7 dei ministri dell’Interno che si terrà a Mirabella Eclano, dove ho invitato alcuni paesi della sponda sud del Mediterraneo, proprio per sviluppare il dialogo strategico richiamato nel documento finale dei lavori odierni e per lanciare un Piano d’azione per il contrasto al traffico di esseri umani sulla base delle direttrici fornite dal G7 dei primi ministri lo scorso giugno. In quest’ottica sarà inoltre sempre più utile ragionare su nuovi modelli di partenariato per gestire i flussi illegali”, ha concluso Piantedosi.