Mozambico: 4 candidati si contendono la presidenza, il Frelimo cerca la riconferma

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/10/2024

Lotta alla disoccupazione giovanile, contrasto al terrorismo e protezione degli interessi energetici del Paese: sono queste le sfide, strutturali, che il nuovo presidente del Mozambico ed il suo futuro governo dovranno affrontare dopo le elezioni in programma oggi. La scelta del nuovo capo dello Stato e dei deputati del parlamento è in mano a circa 17 milioni di elettori registrati – poco più della metà dei 33 milioni di abitanti del Paese – ed il voto potrebbe, se non invertire la rotta politica del Paese, segnare qualche cambiamento. A partire da un inevitabile cambio di leadership. Concluso il suo secondo mandato, infatti, il presidente uscente Filipe Nyusi non ha potuto ripresentarsi al voto, e la scelta del candidato del Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) – al potere ininterrottamente dall’indipendenza ottenuta dal Portogallo nel 1974 – è stata una sorpresa. Al Congresso di partito, lo scorso maggio, il direttivo Frelimo ha deciso infatti di non puntare sul segretario Roque Silva, vicino a Nyusi, ma su Daniel Chapo, un volto nuovo, relativamente giovane (49 anni), senza particolare esperienza politica e soprattutto non legato all’ex ribellione mozambicana.

Oggi governatore della provincia meridionale di Inhambane, Chapo potrebbe diventare il primo presidente nato dopo l’indipendenza. A sfidarlo ci sono solo tre candidati: l’ex guerrigliero Ossufo Momade, leader della Resistenza nazionale mozambicana (Renamo) e già candidato alla presidenza nel 2019; Lutero Simango, del Movimento democratico del Mozambico (Mdm, la terza forza politica del Paese), e Venancio Mondlane, che si candida come indipendente ed è sostenuto dal partito Podemos. Leader della principale opposizione mozambicana, già generale dell’ex guerriglia Renamo poi convertita in partito politico, Ossufo Momade (63 anni) ha siglato nel 2019 un patto con il presidente uscente Nyusi per mettere fine alle continue violenze perpetrate dopo la tregua siglata sulla carta nel 1992, al termine di 16 anni di una guerra civile che aveva provocato un milione di morti.

Alle elezioni di domani, Momade punta ad aumentare il numero dei seggi in parlamento di Renamo e, in particolare, la sua presenza nei comuni, sull’onda di quella che ha definito una “vittoria rubata” alle elezioni amministrative di fine 2023 in diversi comuni, inclusa la capitale Maputo. In quell’occasione, Nomade ha annunciato “l’inizio della rivoluzione” contro l’onnipresente Frelimo, rivendicando “verità elettorale” sulla base di un conteggio parallelo effettuato a partire dai verbali e dalle denunce di irregolarità presentate da diverse organizzazioni della società civile. La lotta alla frode elettorale è diventata il leitmotiv anche nella campagna elettorale per le elezioni generali del 2024: Momade ha fatto della “scopa” il simbolo della sua lotta politica, oggetto che ha brandito durante i suoi comizi promettendo di “spazzare via tutta la sporcizia dal Frelimo, la povertà, la corruzione e la criminalità”. Fra le idee dell’ex combattente c’è anche quella di fare del Mozambico un Paese “con tre capitali”: al fulcro politico di Maputo (sud) il candidato propone di affiancare la centrale Beira come “capitale parlamentare” e la settentrionale Nampula come “capitale economica”.

Al cuore del suo progetto politico rimane tuttavia, sopra ogni cosa, l’idea di rafforzare la politica di prossimità, conquistando il potere locale nelle province, nei distretti e comuni del Mozambico: una presenza più capillare sul territorio che si ispira alla visione di Afonso Dhlakama, leader storico della guerriglia Renamo. La strada non si annuncia facile, considerando che nella scorsa legislatura Renamo aveva conquistato solo 60 dei 250 deputati dell’Assemblea della Repubblica (il parlamento monocamerale del Mozambico). Tuttavia, Momade considera un’occasione irrinunciabile il voto delle elezioni distrettuali, che si terrà per la prima volta quest’anno dopo numerosi rinvii decisi dal partito al potere. Venancio Mondlane (50 anni) potrebbe erodere in parte il consenso cercato da Momade nel sud del Paese.

Ex commentatore televisivo, il carismatico outsider ha dovuto pagare alcune sconfitte politiche che ne hanno tuttavia rivelato la tempra: nel 2013 viene candidato a sindaco di Maputo dal Movimento democratico del Mozambico (Mdm), ma pur avendo conquistato la maggioranza dei voti dovrà cedere la vittoria al candidato del Frelimo sulla base di un opaco conteggio. Mondlane ci riprova alle municipali del 2023, quando viene candidato a sindaco della capitale da Renamo – cui aderisce nel 2018 -, ma viene nuovamente sconfitto. Eletto deputato, abbandonerà la carica e la stessa Renamo quando per il ruolo di presidente del partito viene candidato (ed eletto) Ossufo Momade. L’appassionata militanza politica prende allora una direzione indipendente.

Alle elezioni di domani la sua posizione si preannuncia delicata: a luglio la Commissione nazionale delle elezioni (Cne) ha infatti annunciato l’esclusione dal voto della Coalizione per l’alleanza democratica (Cad), ombrello di piccoli partiti che lo sosteneva, privandolo di fatto dei partiti di riferimento in caso di (un’improbabile) vittoria. Da parte sua, il leader e candidato alla presidenza dell’Mdm, Lutero Simango, ha promesso che in caso di vittoria promuoverà l’occupazione per i giovani in modo da sfruttare localmente le risorse del Paese. “Nel mio governo, non permetteremo che il nostro legno e altre risorse vengano esportati grezzi. Tutto deve essere lavorato qui. Ecco perché creeremo un’industria del legname. In questo modo creeremo più posti di lavoro per i nostri giovani”, ha dichiarato.