Pubblicato da ilsecoloxix.it – 18/03/2023
Al festival Feuromed di Napoli anche la Dieta Mediterranea come sviluppo economico
“È il momento della svolta”. Il commento a cui si lascia andare chi si è occupato di cibo sostenibile al Festival Euromediterraneo dell’Economia.
C’è voglia di Sud con un modello allargato di Mediterraneo che trovi il suo sviluppo economico e collante culturale in quel Meridione d’Italia, che può creare conoscenza e lavoro anche dal punto di vista enogastronomico, coinvolgendo i giovani. A partire dallo sviluppo della Dieta Mediterranea. Non solo fattore culturale, come stile di vita, ma anche economico. Sinonimo di qualità e longevità grazie ai prodotti della sua terra, che è stato oggetto di dibattito e confronto anche in uno dei focus del Forum internazionali tenutosi ieri e oggi a Napoli con i vertici delle istituzioni europee.
Tra i presenti Romano Prodi, ex presidente del Consiglio dei ministri e della Commissione Europea che ha lanciato il suo progetto di Università del Mediterraneo: “Per 500 mila studenti, progetto fattibile e concreto, da realizzare in 15 anni”. Al convegno oltre all’analisi sulle emergenze e le crisi da affrontare legate soprattutto alle divisioni geopolitiche e religiose, si sono analizzate le prospettive sul futuro dell’economia nel Mezzogiorno, che devono passare anche attraverso innovazione e formazione.
E così a Napoli è emerso come un “Mare Nostrum” davvero di tutti possa alimentarsi anche investendo sul cibo, e quindi anche sulla Dieta Mediterranea. Una componente da accostare alle varie opportunità strategiche di sviluppo, a partire da energia e industria. A patto di “ingaggiare” i giovani, attraverso uno scambio interuniversitario, con centri e istituti misti sulle coste europee, medio-orientali e arabe come nel progetto presentato da Prodi. Una ventina le basi, pensate con sedi anche a Bari o Lecce. Un Dieta quindi anche da studiare nell’auspicata Università del Mediterraneo.
A discutere con i grandi big delle istituzioni europee, vari ministri del Governo e i rappresentanti delle principali multinazionali e colossi industriali sul territorio italiano c’era anche Stefano Pisani, sindaco del piccolo comune di Pollica nel Cilento, ma soprattutto rappresentante del segretariato permanente delle comunità emblematiche per la candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio dell’Unesco
Al tavolo su “Politica industriale e capitale umano, istituti tecnici per la manifattura, agroindustria e rete delle intelligenze universitarie” al fianco di Stefano Pisani c’era anche Sara Roversi, presidente del Future Food Institute, imprenditrice, esperta di innovazione e sviluppo ecologico integrale, pasionaria del food sostenibile come volano economico: “C’è chi ha detto di aver trovato la California in Calabria, io la mia Silicon Valley l’ho trovata nel Cilento, a Pollica”. Sul tema giovani indica la strada: “Bisogna far capire le infinite risorse dormienti da cui sono circondati al Sud, dobbiamo lavorare ad un processo di consapevolezza, tramite il confronto”. Un confronto che già avviene tra giovani stranieri e locali al suo Paideia Campus di Pollica. Poi aggiunge: “Servono spazi capaci di accogliere progetti di innovazione a livello sistemico rompendo i silos settoriali, servono sfide comuni su cui imparare a co-progettare, laboratori culturali dove allenare creatività e pensiero critico, scuole di politica dove confrontarsi anche sulla dimensione etica e valoriale che riguarda le transizioni che l’umanità sta affrontando, nuovi modelli di partnership, e palestre di imprenditorialità, perchè la diversità diventi un vero fattore competitivo e lo scambio di conoscenze motore per innovazione. Parlare di economia in un Mediterraneo allargato ora è strategico. Il Feuromed è stato un inizio, ora bisogna coinvolgere i giovani con laboratori dedicati al pensiero e all’azione. Il momento è favorevole.”