Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/10/2024
Si punta a rilanciare la cooperazione bilaterale
Fervono sia in Libia che in Italia i preparativi per l’imminente Business forum economico libico-italiano del 29 ottobre, evento teso a rilanciare la cooperazione bilaterale tra i due Paesi dirimpettai del Mediterraneo, con particolare attenzione ai settori strategici dell’energia, della pesca, dell’agroindustria, della sanità e delle infrastrutture. L’incontro si svolgerà alla Fiera internazionale di Tripoli, struttura situata nel cuore della capitale libica, nota per ospitare eventi di rilevanza economica e commerciale, dalle 9:30 alle 17:00 e vedrà la partecipazione di rappresentanti governativi e industriali di alto livello. L’iniziativa fa seguito all’incontro dello scorso 17 luglio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro libico Abdulhamid Dabaiba.
Fonti libiche indicano la possibile presenza della premier italiana al forum, ma la sua partecipazione al momento non risulta ancora confermata. Per Meloni si tratterebbe eventualmente della quarta visita in Libia in un anno e mezzo. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, il forum del 29 ottobre si aprirà con una sessione plenaria durante la quale saranno presentati il quadro economico della Libia e gli strumenti finanziari a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Successivamente, si terranno tavole rotonde su temi come energia, infrastrutture, pesca, agroindustria, sanità e farmaceutica, con la partecipazione di esperti di entrambi i Paesi. E’ previsto inoltre un segmento speciale su università e formazione professionale.
Al termine della sessione plenaria si terrà una cerimonia per la firma di accordi, seguita da una serie di incontri bilaterali e di networking. L’interscambio commerciale tra le due nazioni supera i 9 miliardi di euro all’anno, con l’Italia che è il principale importatore e il terzo esportatore verso la Libia. Grazie alle sue risorse petrolifere, il Paese nordafricano rappresenta un mercato promettente per le imprese italiane, già attive in progetti infrastrutturali ed energetici. Un esempio significativo è l’accordo da 8 miliardi di dollari tra la National Oil Corporation (Noc) libica ed Eni relativo alle strutture offshore A&E, un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico, oltre a garantire l’esportazione di volumi in Europa. Il settore rappresenta il fulcro della cooperazione tra Libia e Italia, ma la collaborazione si estende a una vasta gamma di ambiti strategici per il futuro di entrambi.
L’Italia, ad esempio, sostiene la costruzione dell’“autostrada della pace”, che collegherà la Libia orientale e occidentale. Il progetto era stato concordato nel Trattato di amicizia del 2008, con l’impegno italiano a finanziare opere infrastrutturali per 5 miliardi di dollari, convertiti in 3,6 miliardi di euro dalla Legge n. 7 del 2009. L’autostrada, lunga oltre 1.800 chilometri, collegherà Ras Jedir (Tunisia) a Musaid (Egitto) e sarà costruita in quattro sezioni. Nel 2013 Webuild ha ottenuto la costruzione di un tratto di 440 chilometri per 960 milioni di euro. L’Italia svolge dunque un ruolo chiave nei progetti infrastrutturali in Libia e contribuisce alla realizzazione di opere strategiche che includono la ricostruzione di strade, aeroporti e lo sviluppo di reti elettriche e idriche.
Un altro esempio è infatti la ricostruzione dell’Aeroporto internazionale di Tripoli, affidato al consorzio italiano Aeneas. L’opera, dal valore di decine di milioni di euro, prevede la realizzazione di due terminal e il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali. Il Governo di unità nazionale libico (Gun) ha recentemente dichiarato la necessità di accelerare i lavori per garantire l’operatività dello scalo quanto prima. La Libia sta investendo anche nella costruzione di centrali elettriche, sottostazioni e impianti solari, con una capacità prevista compresa tra 200 e 1.500 megawatt. Anche il settore dell’approvvigionamento idrico è oggetto di importanti sviluppi, con un ambizioso piano che prevede la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento delle acque reflue, destinati a migliorare significativamente le infrastrutture idriche del Paese entro il 2050.