Presidenziali, Tunisia e Algeria tornano alle urne

Pubblicato da il Quotidiano del sud – L’Altravoce dell’Italia – 23/07/2024

Saied e Tebboune verso la riconferma

Nord Africa si appresta a tornare alle urne nel segno della continuità politica. Le elezioni presidenziali in Tunisia si terranno il 6 ottobre. Poco dopo quelle algerine, previste il 7 settembre. Entrambi i presidenti in carica, il 78enne algerino Abdelmadjid Tebboune e il 66enne Kais Saied, hanno annunciato la “discesa in campo” alla ricerca di un secondo mandato, ritenuto molto probabile dagli osservatori. “Su richiesta di molti partiti e organizzazioni politiche e non, nonché dei giovani, è giunto il momento di annunciare che mi candiderò per un secondo mandato, come consentito dalla Costituzione”, ha dichiarato Tebboune lo scorso 11 luglio, mettendo a tacere le speculazioni riguardanti una sua possibile rinuncia.

Eletto al primo turno delle elezioni del dicembre 2019 con il 58,13 per cento dei voti e un’affluenza del 40 per cento, Tebboune aveva convocato nel marzo scorso elezioni presidenziali anticipate per il 7 settembre prossimo, tre mesi prima della data prevista.

A differenza delle presidenziali del dicembre 2019, che avevano visto il boicottaggio dell’opposizione, altri quattro candidati algerini hanno presentato domanda per concorrere al primo turno del 7 settembre: Youcef Aouchiche del Fronte delle forze socialiste (Ffs, sinistra); Abdelali Hassani, del Movimento per la pace della società (Msp, islamista); Tarek Zaghdoud, segretario generale del partito Rassemblement Algérien; e il candidato indipendente Chaabi Salem. Al momento, tuttavia, i partiti di opposizione non sembrano in grado di compattarsi e tutto sembra propendere per una rielezione di Tebboune per un secondo mandato. Negli ultimi mesi, il capo dello Stato ha adottato diverse misure per rafforzare il suo potere.

A settembre 2023, ad esempio, ha delegato ulteriori competenze al suo capo di gabinetto e ai suoi consiglieri, ridimensionando il ruolo del primo ministro. Durante la campagna elettorale, Tebboune potrebbe puntare sulle iniziative che hanno caratterizzato il suo primo mandato: aumento della spesa sociale, rivitalizzazione del settore degli idrocarburi, diversificazione economica e lotta alla corruzione. Resta da vedere riuscirà a ridurre il divario di fiducia tra autorità e cittadini, evitando un alto tasso di astensionismo che nel 2019 aveva raggiunto il 60 per cento.

Il presidente tunisino Saied, da parte sua, ha annunciato la sua candidatura in un video rilanciato il 19 luglio dalla stessa presidenza, girato a Borj el Kadhra, nel profondo sud del Paese nordafricano. Saied ha motivato la sua decisione di proporsi per un secondo mandato affermando di dover rispondere “al sacro richiamo della patria”, invitando i connazionali “a vigilare contro qualsiasi forma di infiltrazione e inganno” e raccomandando loro di “non accettare un centesimo da alcun partito”. Le ultime elezioni presidenziali in Tunisia si erano svolte in due turni, il 5 settembre e il 13 ottobre 2019, in quella che era stata la seconda elezione presidenziale a suffragio universale diretto dalla rivoluzione del 2011.

L’allora candidato indipendente Saied aveva ottenuto al primo turno il 18,40 per cento dei voti, seguito dall’imprenditore Nabil Karoui del partito Qalb Tunes (Cuore della Tunisia) con il 15,58 per cento. Saied aveva quindi stravinto il ballottaggio con il 72,71 per cento dei voti, complice anche l’incriminazione del suo rivale per presunta corruzione. Nazionalista, professore di diritto, soprannominato “Robocop” per il suo modo di parlare senza alcuna inflessione, Saied ha avviato durante il suo mandato un profondo processo di trasformazione del Paese nordafricano, culminato il 25 luglio del 2021 con lo scioglimento del Parlamento e l’estromissione del governo guidato dal partito islamista Ennahda. Dopo una consultazione online, Saied ha nominato una commissione incaricata di redigere il nuovo testo costituzionale, che è stato approvato tramite referendum popolare il 25 luglio 2022 e che ha rafforzato i poteri del Palazzo di Cartagine, sede dell’amministrazione presidenziale. La legge elettorale che disciplina le elezioni presidenziali tunisine presenta diverse novità, ritenute controverse dall’opposizione e introdotte proprio dalla Costituzione del 2022, per quanto riguarda l’età, la nazionalità, il godimento dei diritti civili e politici, nonché una stretta sul finanziamento della campagna elettorale.