ROTTURA VOX-POPOLARIECCO LE PRIME CREPE TRA I SOVRANISTI

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 13/07/2024

La ripartizione di quasi quattrocento migranti minori non accompagnati dalle Isole Canarie alle altre regioni spagnole ha provocato un terremoto politico nelle giunte regionali governate dal Partito popolare (Pp) con Vox che nella giornata di giovedì ha deciso di rompere tutti gli accordi di coalizione. Questa distribuzione prevede che le comunità autonome amministrate da Pp e Vox accolgano 209 bambini e adolescenti. Dopo una riunione d’emergenza della direzione nazionale, il leader della formazione sovranista, Santiago Abascal, ha annunciato che i suoi rappresentanti abbandoneranno tutti gli incarichi di governo (12 tra assessori e vicepresidenti) in Castiglia e León, Comunità Valenciana, Murcia, Aragona ed Estremadura. Le prime dimissioni sono già iniziate ieri e si prevede che ne seguiranno altre nei prossimi giorni ma anche internamente a Vox sono iniziate ad emergere, tuttavia, le prime crepe. L’assessore regionale di Vox per la Gestione forestale in Estremadura, Ignacio Higuero, ha annunciato ieri che resterà al suo posto denunciando un “cambio delle regole” del suo ormai ex partito. “Ho aderito al progetto di difesa dell’Estremadura per difendere il popolo dell’Estremadura. In questo momento Vox non rappresenta i miei ideali o le mie priorità”, ha sottolineato.

Lo stesso Abascal ha ammesso in un’intervista che giovedì, durante la riunione d’emergenza del comitato esecutivo del partito, sono emersi “dibattiti e posizioni diverse”, ma ha chiarito che nessuno “ha mostrato un attaccamento al proprio posto”.In merito alla possibilità che alcuni assessori regionali di Vox possano seguire le orme di Higuero in Estremadura, il leader sovranista ha replicato che ciò “potrebbe accadere”, manifestando “comprensione umana e politica” ma anche ammonito sul fatto che, coloro che faranno questa scelta, saranno espulsi da Vox. La notizia è stata commentata con soddisfazione dal presidente del governo, Pedro Sanchez, evidenziando che questa rottura “è una grande notizia per la Spagna” che rende il Paese “migliore”. “I beneficiari dell’uscita dell’estrema destra dai governi regionali sono la maggioranza sociale degli spagnoli”, ha proseguito il premier. Sanchez non ha però voluto chiarire se i socialisti garantiranno la stabilità delle amministrazioni locali popolari dopo l’uscita di Vox, limitandosi a sottolineare che l’impegno del suo partito è quello di esercitare un’opposizione “costruttiva” e, pertanto, tutto dipenderà dalle “politiche proposte”.

Ora i socialisti chiedono ai popolari una rottura “totale” anche nei consigli comunali dove le due forze governano congiuntamente ed il sostegno della formazione guidata da Alberto Nunez Feijoo alla modifica della legge sull’Immigrazione. A questo proposito, il ministro delle Politiche territoriali, Angel Víctor Torres, ha spiegato che sarebbe “l’unica soluzione definitiva” per non violare i diritti dei minori. Nonostante le pressioni, i popolari non hanno voluto cedere all’ultimatum di Vox, sostenendo che ci sono già quasi 2 mila minori che sono sotto la tutela di diversi governi locali che le due formazioni amministravano insieme, senza che il partito sovranista “finora abbia detto nulla”. Nel rispondere a Vox, inoltre, i popolari hanno ricordato di essere “un partito di solidarietà e di Stato”, uno status che impone di prendere un certo tipo di decisioni. Bisognerà attendere i prossimi giorni per constatare gli effetti politici tangibili di questa rottura che certamente provocherà una stabilità inaspettata nelle amministrazioni regionali guidate dai popolari con la necessità di trovare un’intesa su singoli provvedimenti.

Dall’altra parte, Vox potrebbe mettere in atto un’opposizione “feroce” negli enti locali, soprattutto su questioni come l’accoglienza. Una situazione che, indipendentemente dal fatto che ci possano essere o meno nuove elezioni, potrebbe generare un costo a livello politico per il Pp. Per Abascal, è stato il presidente del Pp, Alberto Nunez Feijoo, a “rompere unilateralmente” gli accordi di coalizione impedendo ai leader regionali del suo partito di votare contro la ridistribuzione dei minori. L’esponente sovranista ha accusato Feijoo di essere “il protagonista della più grande truffa della politica spagnola perché è responsabile del fatto che Sanchez possa continuare con il suo golpe contro la Costituzione e continuare a fare danni con la sua corruzione politica e familiare”. “Fanno finta di combattere i socialisti mentre si spartiscono i giudici, la Corte costituzionale, la Corte dei conti, la Giunta elettorale, le commissioni parlamentari, ‘Rtve’ e le poltrone a Bruxelles”, ha proseguito.

Secondo fonti del partito sovranista consultate dal quotidiano “El Pais”, i presidenti regionali del Pp avevano promesso di astenersi alla Conferenza settoriale sull’infanzia e l’adolescenza tenutasi mercoledì a Tenerife che ha dato via libera alla ridistribuzione dei minori. Tuttavia, Feijoo li avrebbe convocati singolarmente spingendoli a votare a favore. Questo fatto – che il Pp nega – avrebbe provocato la dura reazione di Abascal che si sarebbe sentito “tradito ed ignorato” dall’alleato. Feijjo ha insistito sul fatto che quella accettata dal Pp è un’accoglienza “minima e volontaria”, e che ora il partito studierà la misura molto più ambiziosa richiesta dal governo centrale: una riforma della legge sull’Immigrazione in modo che la distribuzione dei minori migranti tra tutte le regioni sia obbligatoria quando una comunità autonoma supera il 150 per cento della sua capacità