Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 29/05/2024
L’intesa prevede la fornitura di armi e munizioni in cambio di un hub logistico russo nella città sudanese
La Russia potrebbe firmare presto un accordo con le Forze armate sudanesi (Saf) che prevede la fornitura di armamenti al Paese africano in cambio della costruzione di uno snodo logistico russo a Port Sudan, sul Mar Rosso. L’intesa, ha fatto sapere il vice comandante in capo delle Saf Yasser al-Atta, prevede la fornitura di “armi e munizioni vitali” in cambio di un hub logistico russo nella città costiera sudanese, e per sancirla una delegazione militare di Khartum si recherà in Russia nel prossimo futuro. La struttura logistica, ha precisato al-Atta, non sarà “esattamente una base militare”.
Il viceministro degli Esteri russo e rappresentante speciale del presidente in Africa e Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, aveva già incontrato il comandante delle Forze armate sudanesi Abdel Fattah al Burhan e diversi altri funzionari di Khartum durante una visita di due giorni in Sudan, avvenuta il 28 e 29 aprile scorsi. Nel tentativo di acquisire uno snodo navale strategico sul Mar Rosso, obiettivo che Mosca persegue da tempo, l’intesa con le Saf potrebbe di fatto significare un cambio di schieramento da parte della Russia nel conflitto sudanese, accantonando i rapporti con le Forze di supporto rapido (Rsf) guidate dal generale Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo a favore di al Burhan.
Il progetto di una base russa sul Mar Rosso, da anni un rovello per Mosca, è tornato d’attuali – tà dopo un periodo di stallo. Discusso sotto l’ex uomo forte e presidente deposto del Sudan Omar al Bashir e approvato dal presidente russo Vladimir Putin a novembre del 2020, il progetto era stato rivisto dalle autorità sudanesi a giugno dell’anno successivo nel quadro degli sviluppi legati ai nuovi equilibri creati dopo la deposizione dello stesso Bashir, rovesciato nel 2019 al culmine di settimane di manifestazioni pro-democrazia. Le discussioni bilaterali su questo progetto sembravano essere state definitivamente accantonate in seguito al secondo golpe militare, condotto nel 2021. Il dialogo sarebbe ripreso, quindi, nel 2022, in occasione della visita a Mosca del generale sudanese Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo, vice comandante del Consiglio militare e capo delle Rsf. A febbraio del 2023, infine, il Consiglio militare sudanese ha formalmente autorizzato il progetto russo per la costruzione di una base navale sul mar Rosso, la prima in Africa, alimentando il dibattito su una nuova guerra fredda nel continente. L’accordo tra Mosca e Khartum, infatti, permetterebbe alla Russia di affacciarsi su una delle rotte marittime più battute al mondo, suscitando i timori dei governi occidentali. Le rivelazioni del vice di al Burhan segnerebbero di fatto un possibile cambio di passo negli equilibri del conflitto, in corso in Sudan dall’aprile del 2023.
Un secondo porto affacciato sul Mar Rosso, di interesse per i russi, è quello di Massaua in Eritrea. A fine marzo, il capo di Stato maggiore della Difesa eritrea, generale Filipos Woldeyohannes, ha accolto a Massaua una delegazione di alto livello guidata dal vice ammiraglio Vladimir Kasatonove, vice comandante in capo della Marina russa. La delegazione russa è arrivata nella città portuale in occasione della commemorazione del 30esimo anniversario delle relazioni diplomatiche strette tra la Federazione Russa e l’Eritrea, e l’approdo seguiva di pochi giorni quello della fregata Maresciallo Shaposhnikov, la prima nave da guerra russa a visitare il Paese del Corno d’Africa nella sua storia recente. Presenti ad accogliere la delegazione anche il commissario eritreo alla cultura e allo sport, Zemede Tekle, ed alti comandanti dell’esercito di Asmara. “In onore della prima visita di una nave russa in Eritrea nella storia moderna della Russia, al molo si è tenuta una cerimonia di benvenuto, alla quale hanno preso parte rappresentanti dell’amministrazione locale e delle forze navali del Paese africano”, ha dichiarato in un comunicato l’ufficio stampa della Flotta russa del Pacifico.
Nella nota si precisa che lo scalo della nave della Flotta del Pacifico è stato legato a questioni commerciali e programmato su diversi giorni, dopodiché la fregata ha continuato a svolgere i suoi compiti secondo il programma che prevedeva una campagna navale a lunga distanza.