Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 08/10/2024
TUNISIA I primi exit poll lo danno vincente con l’89% dei consensi
L’attuale presidente della Tunisia, dato vincitore con oltre l’89 per cento dei consensi dai primi exit poll, ha dichiarato che continuerà la sua “lotta di liberazione nazionale” fino al 2029. In un intervento dal quartier generale della sua campagna elettorale, affiancato dalla moglie Ichraf Chebil, Saied ha commentato i primi dati diffusi dalla televisione nazionale e dall’Alta autorità indipendente per le elezioni (Isie). Avviandosi verso un secondo mandato quinquennale, il presidente ha ringraziato i sostenitori, affermando che “la Tunisia sta vivendo il completamento della rivoluzione”. Il capo dello Stato promesso di “costruire e creare, come vuole il popolo”, e di “ripulire il Paese da corrotti e cospiratori”. “Non esagero quando dico cospiratori”, ha aggiunto, lodando la “resilienza storica senza precedenti” dei tunisini. Saied ha inoltre ribadito che la Tunisia resterà indipendente e libera, rifiutando qualsiasi ingerenza negli affari interni del Paese. “Il popolo tunisino sta conducendo una nuova rivoluzione, basata sulla legislazione e sul voto per cambiare un sistemapolitico obsoleto”, dichiarano alcuni sostenitori di Saied, intervistati da “Agenzia Nova” durante la notte post-voto.
Nel suo ultimo video di campagna elettorale, il presidente della Tunisia e candidato a un secondo mandato aveva espresso “orgoglio nel vedere il popolo tunisino dimostrare un forte senso patriottico di fronte a coloro che cercano di far implodere il Paese dall’interno”. Saied ha ribadito che “è il popolo a detenere il potere, e le sue scelte saranno decisive per il futuro della Tunisia”, richiamando più volte i “momenti storici” che la nazione ha attraversato, dalla rivoluzione dei gelsomini del 17 dicembre 2010 al radicale cambiamento del 25 luglio 2021, quando il Parlamento e il governo furono sciolti. Il presidente ha poi menzionato le sfide future del Paese, ponendo tra le sue priorità il ripristino della fiducia nelle istituzioni statali, la fornitura di servizi sanitari ed educativi di qualità e il rafforzamento del prestigio della pubblica amministrazione. La vittoria di Saied era stata data per scontata fin dal lancio della campagna elettorale lo scorso 14 settembre.
Secondo le proiezioni dell’istituto Sigma Conseil, Ayachi Zammel, leader del partito Azimoun, detenuto dal 3 settembre per accuse di falsificazione delle raccomandazioni popolari per la candidatura, ha raccolto il 6,9 per cento dei voti. Zouhair Maghzaoui, ex parlamentare di stampo nasserista e sindacalista, si è fermato al 3,9 per cento. I risultati definitivi si conosceranno entro e non oltre il 9 ottobre e saranno ufficializzati il 24 ottobre, trascorso il periodo per la valutazione di eventuali ricorsi, che saranno valutati dalla Giustizia ordinaria, Tribunale di Tunisi e Cassazione, e non più dal Tribunale amministrativo. Il 27 settembre, infatti l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp) ha adottato la proposta di emendamento alla legge elettorale nel corso di una sessione plenaria straordinaria. Il disegno di legge, presentato da 34 deputati, è stato trattato come una questione urgente e prioritaria e ha estromesso il Tribunale amministrativo dal processo elettorale.
A nulla sono valse le proteste che hanno accompagnato il voto, con un’opposizione che continua a denunciare una “deriva autoritaria dello Stato”. Il tasso di partecipazione al voto per l’elezione del presidente in Tunisia si è attestato al 27,7 per cento, 28,5 per cento in patria e 16,3 per cento all’estero. Un dato commentato positivamente da Isie, in crescita rispetto alle legislative del 2022 (11,4 per cento) e del referendum dello stesso anno (27,2), ma comunque in calo rispetto al primo turno delle presidenziali 2019 (48,9 per cento con 3,465,184 voti complessivi). Hanno votato 2.704.155 elettori su 9.753.217 aventi diritto. Il 42 per cento dei votanti sono donne e il 58 per cento uomini, il 29 per cento ha più di 60 anni, il 65 per cento ha un’età compresa tra i 36 e i 60 anni, solo il 18 per cento sono giovani tra i 18 e i 35anni.
Kais Saied, 66 anni, nazionalista e professore di diritto, noto per la sua padronanza dell’arabo letterario, ha intrapreso durante il suo primo mandato un ampio progetto di riforma. Questo percorso è iniziato con la destituzione del governo e del Parlamento il 25 luglio 2021 e ha raggiunto il suo apice con l’approvazione di una nuova Costituzione tramite referendum del 25 luglio 2022, trasformando di fatto la Tunisia in una Repubblica presidenziale. Sul piano economico, Saied ha scelto di rifiutare un prestito di circa due miliardi di dollari proposto dal Fondo monetario internazionale (Fmi), preferendo puntare sulle risorse interne e sul sostegno di partner internazionali che non interferiscano negli affari interni del Paese.
In ambito migratorio, la Tunisia ha dichiarato la sua zona di ricerca e soccorso (Sar) marittima e ha intensificato la lotta contro le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di esseri umani, in particolare verso migranti subsahariani, rafforzando al contempo la cooperazione con l’Italia e l’Unione europea. Molte sfide attendono Saied all’inizio del suo secondo mandato. Tra le più urgenti c’è quella di riconquistare la fiducia dei giovani e offrire loro opportunità concrete per una vita dignitosa in Tunisia. Molti giovani, frustrati dalla mancanza di prospettive, cercano di lasciare il Paese: i più istruiti e appartenenti alla classe media preferiscono vie legali, mentre altri, soprattutto nelle aree rurali, affrontano il pericoloso viaggio nel Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna. Chi sceglie di restare si scontra spesso con una burocrazia inefficiente, che ostacola l’imprenditoria piuttosto che promuoverla, rendendo ancora più complesso il rilancio economico del Paese.
Nel secondo trimestre del 2024, la crescita economica della Tunisia ha raggiunto l’1 per cento, migliorando rispetto allo 0,3 per cento del trimestre precedente, a causa delle difficoltà nei settori dell’edilizia, dell’estrazione mineraria e dell’energia. Si prevede che la crescita economica continuerà a salire nel terzo trimestre, trainata dalla ripresa della domanda interna ed esterna. Nei primi otto mesi del 2024, il deficit commerciale è rimasto stabile, mentre i miglioramenti nelle bilance dei servizi e dei redditi hanno ridotto il disavanzo corrente a 2,130 miliardi di dinari rispetto ai 3,105 miliardi di dinari di agosto 2023. Questo ha consolidato le riserve valutarie a 25,654 miliardi di dinari, pari a 116 giorni di importazioni. Il dinaro ha mantenuto una certa resilienza, riducendo le pressioni sui prezzi esterni.