Tunisia, consegnate le motovedette GdF

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 30/08/2024

L’Italia ha consegnato alla Tunisia le prime tre motovedette della Guardia di finanza per il rafforzamento delle capacità della Guardia nazionale del ministero dell’Interno tunisino nell’attività di sorveglianza delle frontiere marittime. La consegna è stata effettuata dall’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, accompagnato da un rappresentante del ministero dell’Interno, Sebastiano Bartolotta. Per la Tunisia, presenti al porto Marina di Gammarth, il segretario di Stato presso il ministero dell’Interno, Sofiane Belsadiq, il direttore generale della Cooperazione internazionale, Mohamed Khemaies, e il comandante della Guardia nazionale, Hassen Gharbi. L’invio da Roma delle motovedette, finalizzate al contrasto della migrazione irregolare, rientra nell’ambito del memorandum firmato dai ministeri dell’Interno dei due paesi a dicembre 2023, che prevede in totale l’invio di sei mezzi navali della Guardia di Finanza rimessi a nuovo, per cui il governo italiano aveva stanziato 4,8 milioni di euro.

Il memorandum tra i due paesi incarica la Guardia di finanza del supporto alle autorità tunisine attraverso attività di addestramento degli equipaggi in mare, consulenza, assistenza e formazione del personale per una efficiente gestione della flotta. L’intervento delle Fiamme gialle servirà a innalzare i livelli di tutela e salvaguardia dei migranti in mare, tanto più necessari dopo l’istituzione della Zona di ricerca e soccorso (Sar) della Tunisia. Lo scorso giugno la Tunisia ha formalizzato la propria zona Sar, un passo a lungo richiesto dall’Italia per contrastare i flussi migratori illegali nel Mediterraneo centrale, consolidando l’asse tra la premier Giorgia Meloni e il capo dello Stato tunisino Kais Saied. Nel 1998 la Tunisia aveva già ratificato la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo di Amburgo del 1979, ma non aveva ancora emanato i provvedimenti attuativi.

Le coordinate della zona Sar tunisina hanno ricevuto l’approvazione da parte dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) ed è stata creata una nuova unità – denominata Centro nazionale per il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio marittimo (Tnmrcc), sotto il Servizio nazionale di sorveglianza costiera del ministero della Difesa – incaricata di rafforzare l’efficacia dei servizi di ricerca e salvataggio in mare e di coordinare le operazioni. Il Tnmrcc è diretto e supervisionato da un alto ufficiale del Servizio nazionale di sorveglianza costiera, nominato con ordinanza del ministro della Difesa. Esso potrà avvalersi di unità navali e aeree dei ministeri della Difesa, dell’Interno, dei Trasporti, delle Dogane e della Pesca marittima, ma anche di aerei e navi della Repubblica tunisina e natanti battenti bandiera tunisina che si trovano in mare e che possono partecipare alle operazioni di ricerca e salvataggio.

L’invio delle tre motovedette fa seguito all’ordinanza del Consiglio di Stato del 4 luglio 2024, che ha ribaltato la precedente decisione del 18 giugno di sospendere la consegna delle unità navali ai tunisini. Con la decisione del 18 giugno il giudice amministrativo aveva anche ritenuto “prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante”, ovvero le organizzazioni non governative convinte che la Tunisia non sia un posto sicuro per i migranti. Dopo l’appello presentato dal Viminale e da altri ministeri, il Consiglio di Stato con il presidente della sezione giurisdizionale, Mario Luigi Torsello, ha confermato agli inizi di luglio la decisione presa all’inizio dal Tar del Lazio, che aveva respinto il ricorso delle Ong.