TUNISIA, PRIMATO DEL MADE IN ITALY

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 21/08/2024

Nel periodo gennaio-luglio 2024 il nostro Paese guida la classifica degli scambi commerciali

L’Italia si conferma primo fornitore della Tunisia anche nel periodo gennaio-luglio 2024, consolidando così un primato che dura da vari anni. Stando ai dati dell’Istituto nazionale di statistica (Ins) tunisino, l’export del Made in Italy verso il Paese nordafricano si è attestato a circa 6 miliardi di dinari (corrispondenti a circa 1,8 miliardi di euro) dall’inizio dell’anno in corso, in calo del 6,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma pur sempre davanti agli altri paesi. Le importazioni dell’Italia dalla Tunisia sono invece aumentate del 6,9 per cento su base annua, con un bilancio di circa 1,3 miliardi di dinari (corrispondenti a 384 milioni di euro) a favore della Tunisia.

Tra i principali prodotti esportati dall’Italia verso la Tunisia vi sono materie prime energetiche (petrolio raffinato), metalli, tessuti, cuoio e pellami, apparecchi di cablaggio, materie plastiche e prodotti in plastica, motori generatori e trasformatori, prodotti chimici e farmaceutici, impianti e macchinari. Tra i principali prodotti che l’Italia invece importa figurano articoli di abbigliamento e calzature, parti e accessori per veicoli, oli e grassi, trasformatori, articoli in plastica, prodotti chimici e fertilizzanti, prodotti della siderurgia, petrolio greggio.

I dati degli scambi commerciali della Tunisia con l’estero a prezzi correnti durante i primi sette mesi del 2024 mostrano che le esportazioni sono aumentate del 2,4 per cento rispetto al +11,1 per cento dello stesso periodo del 2023, raggiungendo i 3,704 miliardi di dinari (1,094 milioni di euro) contro il 3,615 miliardi di dinari (1,068 miliardi di euro) dei primi sette mesi del 2023. Le importazioni hanno registrato un aumento dello 0,6 per cento rispetto allo 0,3 per cento dello stesso periodo dello scorso anno. In termini di valore, le importazioni hanno raggiunto i 4,667 miliardi di dinari (1,378 miliardi di euro) contro i 4,637 miliardi di dinari (1,369 miliardi di euro) nei primi sette mesi del 2023. Il deficit commerciale della Tunisia si è ridotto di 9,6 miliardi di dinari (2,83 miliardi di euro) rispetto agli 1,023 miliardi di dinari (circa 302 milioni di euro) dei primi sette mesi del 2023. Il tasso di copertura ha guadagnato 1,4 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, attestandosi al 79,4 per cento. L’aumento delle esportazioni (+2,4 per cento) osservato nei primi sette mesi del 2024 riguarda principalmente il settore delle industrie agroalimentari (+39,2 per cento), in particolare le vendite di olio di oliva, il settore energetico (+19,4 per cento) e il settore dell’industria meccanica ed elettrica (+0,8 per cento). Sono invece diminuite le esportazioni del settore minerario, fosfati e derivati (-27,9 per cento) e quelle del tessile, abbigliamento e cuoio (-7,6 per cento). L’aumento delle importazioni (+0,6 per cento) dipende principalmente dall’incremento registrato nell’import di prodotti energetici (+16,5 per cento), beni d’investimento (+1,9 per cento) e beni di consumo (+3,7 per cento), mentre sono calati i dati relativi alle importazioni di materie prime e semilavorati (-5,5 per cento), che rappresentano il 34 per cento delle importazioni totali. Le esportazioni tunisine verso l’Unione europea (70 per cento del totale) sono aumentate dello 0,4 per cento. Questo sviluppo si spiega con l’aumento delle esportazioni da Tunisi verso diversi partner europei, come l’Italia (+6,9 per cento), la Spagna (+22,8 per cento) e il Belgio (+6,8 per cento). In calo, invece, Francia (-1,6 per cento) e Germania (-3,5 per cento). Verso i paesi arabi, le esportazioni sono aumentate con Algeria (+44,6 per cento) ed Egitto (+14,8 per cento). In calo, invece, quelle verso la Libia (-14,2 per cento) e il Marocco (- 15,4 per cento). Le importazioni dall’Unione europea (44,2 per cento del totale) hanno registrato un aumento dell’ 1,6 per cento, attestandosi al 20,63 per cento. In aumento le importazioni dalla Germania (+13,6 per cento) e dalla Spagna (+5,4 per cento). In calo, invece, quelle dall’Italia (-6,3 per cento), dalla Francia (-2,2 per cento) e dal Belgio (-18 per cento).