Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 12/09/2024
È l’Iraq la destinazione scelta da Masoud Pezeshkian per la sua prima visita ufficiale all’estero da presidente della Repubblica islamica dell’Iran, dopo l’insediamento avvenuto lo scorso 31 luglio. Il presidente riformista è arrivato ieri mattina a Baghdad, dove è stato accolto dal primo ministro iracheno, Mohammed Shia’ al Sudani, e dove ha incontrato l’omologo Abdul Latif Rashid. Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies (Igs), spiega ad “Agenzia Nova” che il rapporto con l’Iraq è fondamentale per l’Iran e “prescinde dalle valutazioni di natura ideologica della politica iraniana: è un elemento indispensabile nella gestione delle direttrici di politica estera, soprattutto in questa fase in cui il peso delle sanzioni è rilevante e addirittura viene aggravato dalla minaccia di nuove sanzioni in relazione alla fornitura di missili balistici alla Russia”.
Più in generale, prosegue l’esperto, la visita del presidente iraniano in Iraq va ricondotta alla priorità per la Repubblica islamica di rinsaldare i rapporti con i paesi limitrofi, come sottolineato durante la campagna elettorale dallo stesso Pezeshkian e dal vice presidente Mohammad Javad Zarif. “In quest’ottica l’Iraq ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale”, afferma Pedde. Secondo Pedde, ci sono due ordini di ragioni che motivano la visita in Iraq di Pezeshkian, ovvero una serie di prerogative politiche e, in seconda battuta, economiche. Dal punto di vista politico, “Teheran intende rafforzare la relazione bilaterale con Baghdad, soprattutto perché percepisce un allontanamento dell’Iraq in favore dei legami con i paesi arabi”.
Difficile dire se questa percezione sia veritiera, ma resta il fatto – spiega Pedde- che esiste in Iraq una “forte componente che cerca di perimetrare il rapporto con Teheran all’interno di dimensioni più circoscritte per impedire che l’Iran possa esercitare un ruolo invasivo nel Paese”. Se da un lato la visita di Pezeshkian è volta a fornire rassicurazioni su questo aspetto, è pur vero che alcune “componenti dell’apparato di sicurezza iraniano si muovono in modo del tutto indipendente” e la componente politica è limitata nella gestione dei rapporti, secondo l’esperto. Inoltre, non va dimenticato che la visita del presidente iraniano giunge nel contesto dei colloqui sulla conclusione della missione della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti in Iraq, che “l’Iran cerca di favorire, pur essendo un elemento molto delicato per gli equilibri securitari”, afferma Pedde.
Secondo il direttore dell’Institute for Global Studies, il terzo punto particolarmente importante è la “necessità di Teheran di una posizione molto più assertiva da parte dell’Iraq” sulle formazioni curde ostili all’Iran, a cui potrebbe affiancarsi la richiesta di spostare questi gruppi lontano dall’area di confine relegandoli a una zona più remota del Kurdistan. Infine, secondo Pedde, Teheran ha bisogno che Baghdad continui a esercitare il suo ruolo di mediatore nella regione. “L’Iraq è stato determinante per la ripresa dei contatti con l’Arabia Saudita, e ha gestito in modo efficace il dialogo anche con il Bahrein”, spiega l’analista, ricordando che ci sono già state in passato delle azioni preliminari per la gestione del dialogo anche con l’Egitto e la Giordania.
“C’è un forte interesse da parte dell’Iran affinché il governo iracheno possa rimettere enfasi su questo processo negoziale regionale che in questo momento viene visto come una priorità per la sicurezza e per la gestione soprattutto delle relazioni economiche”, dichiara Pedde. Dal punto di vista economico, sono molteplici gli interessi che spingono l’Iran verso il Paese vicino e che fanno parte dell’agenda della visita di Pezeshkian. In primo luogo, il progetto ferroviario strategico Bassora-Shalamcheh che Teheran considera una priorità dal 2003. Nonostante l’iniziale risposta positiva delle autorità irachene, il progetto si è arenato e ci si aspetta che il presidente iraniano voglia dare un nuovo impulso al suo avanzamento.
“Secondo alcune analisi pubblicate dalla stampa irachena, il primo ministro Al Sudani avrebbe perso interesse nella dimensione commerciale di questo progetto, quindi verso lo sviluppo di una linea per il trasporto delle merci, e vorrebbe riconvertirlo in direzione del trasporto passeggeri, per favorire soprattutto i grandi flussi di pellegrini verso Najaf e Karbala (città sante per i musulmani sciiti)”, spiega Pedde. Un aspetto meno allettante per Teheran, per cui è possibile che “parte della discussione durante la visita di Pezeshkian verterà su come coordinare gli interessi di entrambi i paesi allo sviluppo di questa linea ferroviaria”, secondo l’analista.
Infine, c’è la questione del forte debito accumulato dall’Iraq nei confronti dell’Iran sulle forniture di gas ed energia elettrica a causa delle sanzioni che pesano sulla Repubblica islamica. In realtà, spiega Pedde, “c’è una deroga che consente la vendita di gas naturale all’Iraq, ma l’Iran è al tempo stesso penalizzato nel ricevere i pagamenti di queste forniture”. “Probabilmente l’Iran potrebbe anche sfruttare, date le evidenti difficoltà sul piano delle transazioni finanziarie, questa dimensione di contrasto con Baghdad per chiedere un ampliamento delle dimensioni commerciali bilaterali, perché l’Iraq resta comunque uno dei principali elementi strategici per l’Iran in questo momento per alleviare il blocco delle sanzioni”, conclude l’analista, ricordando che il mercato iracheno è fondamentale per la Repubblica islamica.