Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 29/02/2024
È quanto emerso dal vertice Ucraina-Europa sudorientale tenutosi ieri a Tirana, ospitato dal primo ministro albanese Edi Rama
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto ai Paesi dei Balcani un aiuto concreto nella lotta per respingere l’invasione russa, auspicando anche una maggiore cooperazione con i partner della regione in termini di industria della difesa. Questo quanto emerso dal vertice Ucraina-Europa sudorientale tenutosi ieri a Tirana, ospitato dal primo ministro albanese Edi Rama, che con Zelensky ha siglato in mattinata un Trattato di amicizia tra le due nazioni. Nel corso della riunione con i leader dei Balcani, il presidente ucraino ha proposto di lavorare insieme in materia di produzione di munizioni, istituendo anche uno speciale forum dedicato all’industria della difesa. Zelensky ha menzionato infatti i “problemi nella fornitura di munizioni che influenzano la situazione sul campo di battaglia ed è per questo che siamo interessati alla coproduzione di munizioni con voi e i nostri partner”. “La nostra squadra di governo presenterà tutti i dettagli e proponiamo di organizzare un forum speciale per l’industria della difesa tra Ucraina e Balcani, a Kiev o in una delle vostre capitali”, ha aggiunto. La proposta di Zelenksy non ha ricevuto una risposta concreta, né in senso affermativo né negativo, ma effettivamente le nazioni della regione, facenti parte dell’ex blocco comunista, hanno avuto una tradizione nella produzione di munizioni e armi, mantenendo tuttora delle capacità interessanti nella prospettiva di Kiev.
Facendo riferimento alla proposta del presidente francese Emmanuel Macron di inviare truppe dai Paesi dell’Europa occidentale in Ucraina, Zelensky ha risposto dicendo che la sua nazione ha bisogno di sopravvivere, e questo “significa che riceviamo anche aiuti concreti” ma che ogni forma di sostegno economico e militare “deve arrivarci in tempo”. Il presidente ha poi evidenziato ai partner dei Balcani la necessità di fare attenzione al “pericolo russo”, una minaccia di cui ha parlato anche il premier albanese Edi Rama. “Sì, esiste un pericolo chiaro e reale per i Balcani occidentali a causa dell’aggressione russa, ma nessuno dovrebbe vederlo come una situazione in cui l’esercito russo arriva qui”, bensì “come un dato di fatto, ovvero ciò che sta accadendo lì può essere ripetersi in modi diversi, mettendo in discussione i fondamenti stessi del nostro ordine mondiale”, ha sottolineato Rama.
Dal vertice di Tirana è emerso inoltre pieno sostegno alla sovranità territoriale dell’Ucraina. Tutti i partecipanti hanno firmato la dichiarazione finale in cui si afferma che l’aggressione militare non provocata della Russia contro l’Ucraina rimane la più grande minaccia alla sicurezza europea e alla pace internazionale. “Questo atto di aggressione è inaccettabile; si tratta di una flagrante violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e di un crimine contro il popolo ucraino. Abbiamo ribadito il nostro fermo sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale dal 1991 e rimaniamo impegnati a fornire all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno per prevalere contro la guerra di aggressione russa per tutto il tempo necessario per raggiungere un una pace globale, giusta e duratura in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e sulla base della formula di pace ucraina”, si legge nella dichiarazione congiunta. Per la sicurezza di Zelensky sono state adottate rigide misure di sicurezza. Sul posto erano presenti oltre 1.500 tra poliziotti, forze antiterrorismo e agenti dei servizi segreti albanesi. Molte strade sono state bloccate al traffico di auto e cittadini. In contemporanea è stato lanciato un monitoraggio anche sui social network, per individuare eventuali messaggi sospetti in rete.